Legambiente nel suo dossier “Stop sussidi alle fonti fossili”, presentato in occasione della Cop22, denuncia una spesa da parte dell’Italia pari a 14,8 miliardi di Euro pubblici per aiutare, direttamente e non, la produzione ed il consumo di gas, carbone e petrolio.
Per le fonti pulite si stima un investimento di circa 10 miliardi l’anno. Tale investimento ci permette di contrastare cambiamenti di clima e inquinamento e ci consente di rimanere al passo coi tempi creando lavoro e innovazione e garantendo risparmi sul medio-lungo periodo. Nonostante ciò il nostro Paese continua a sussidiare la sopravvivenza dei combustibili fossili più di quanto non incentivi la scalata delle energie rinnovabili.
Legambiente ha individuato, in collaborazione con l’organizzazione internazionale indipendente Influence Map, 100 milioni di euro in più rispetto a quelli individuati nel precedente dossier. Tali risorse pubbliche per i fossili sono rivolte “al consumo o alla produzione, da esoneri dall’accisa a sconti e finanziamenti per opere, distribuiti tra autotrasportatori, centrali per fonti fossili e imprese energivore e aziende petrolifere. Tutte attività che inquinano l’aria, danneggiano la salute e sono la principale causa dei cambiamenti climatici”.
“Il nostro Paese – commenta il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – continua a comportarsi come se il problema dei sussidi alle fonti fossili semplicemente non esistesse, quando tutte le istituzioni internazionali hanno messo in evidenza come siano una barriera per lo sviluppo di un economia decarbonizzata”.
Oggi le energie pulite risultano essere competitive da un punto di vista dei costi e “Cancellare i sussidi alle fonti fossili – sostiene Zanchini – è infatti la strada più semplice e lungimirante per aprire nel nostro paese uno scenario d’innovazione, con maggiori opportunità e lavoro perchè si allarga lo sguardo dalla bolletta energetica ad un uso più efficiente dell’energia in edilizia, nell’artigianato e nei servizi, nelle piccole e medie imprese e nei trasporti”.
Nessuna impresa o privato cittadino oggi può disinteressarsi del problema energetico. Il risparmio di un bene tanto prezioso è diventato una questione imprescindibile, tanto in una logica economica, quanto in una più personale presa di coscienza ecologica.
Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, F.lli Franchini ha intravisto con lungimiranza le possibilità legate all’installazione di impianti fotovoltaici creando, già nel 2005, la divisione energie da fonti rinnovabili.
Oggi, per garantire la possibilità di scelta tra le opportunità fornite dal mercato, l’azienda ha ampliato la gamma di realizzazioni nell’ambito degli impianti da fonti di energia rinnovabile (FER), diverse dal fotovoltaico, per investimenti sicuri, con elevati ritorni economici.