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Il contatore GSE fa un balzo indietro, niente paura per chi vuole investire in fonti rinnovabili!
Il decreto tampone sta per colmare l’eventuale assenza di incentivi ma il contatore GSE continua ad arretrare e si liberano nuove risorse per gli investimenti

Il contatore torna sui suoi passi per 48 milioni di euro, si allontana nuovamente dal tetto massimo di 5,8 miliardi annui introdotto dall’art. 3 del D.M. 6/7/2012.
Il contatore degli oneri delle fonti rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico che, come si legge sul sito del GSE, “da conto degli oneri di incentivazione imputabili agli impianti incentivati con il provvedimento CIP 6(quota rinnovabile), con i Certificati Verdi, con le Tariffe Onnicomprensive ai sensi del D.M. 18/12/2008, agli impianti incentivati mediante il Conto Energia per il Solare Termodinamico, agli impianti ammessi ai registri in posizione utile o vincitori delle procedure d’asta ai sensi del D.M. 6/7/2012 e agli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di ammissione agli incentivi del D.M. 6/7/2012 a seguito dell’entrata in esercizio” alla data del 25 marzo 2015 risulta pari a 5,721 miliardi di euro.

Chi vuole investire in FER (fonti di energia rinnovabile diverse dal fotovoltaico) non dovrebbe avere particolari timori.

Da un lato si aspetta il decreto tampone annunciato dal MiSE in risposta all’interrogazione del 5 marzo scorso, dall’altro il contatore continua la sua decrescita dovuta alla scadenza dei precedenti meccanismi incentivanti: Cip 6, certificati bianchi e tariffe omnicomprensive e di quello incentivante attuale. I 5,721 miliardi di euro attualmente indicati dal contatore sono infatti la stima dell’onere annuo potenziale: quello, cioè, impegnato anche se non ancora interamente sostenuto, dato dalla sommatoria di tutti i meccanismi incentivanti, passati e presenti.

Le convenzioni Cip 6, stipulate dal 1992 al 2001, hanno durate comprese tra i 15-20 anni per cui sono attualmente in una fase di progressivo esaurimento come iniziano a scadere anche le incentivazioni ad alcuni impianti sostenuti dai certificati verdi erogati a partire dal 2001, per periodi dagli 8 ai 15 anni, e le tariffe omnicomprensive riconosciute dal 2008 al 2012 e valide per 15 anni. Si liberano anche risorse che erano state impegnate per il DM 7/06/2012 dovute a impianti che hanno avuto accesso ai registri ma che per svariate ragioni non si sono mai realizzati o per i quali si sono rilevate irregolarità.

Quindi, con il contatore che retrocede e il nuovo decreto già in fase di stesura, perché non investire in energia pulita?

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